IRMA
MEDA

1913 – 1978

 

A cosa posso paragonare il Regno di Dio?
È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata.

Lc 13, 20-21

Irma Meda nasce a Ponte Chiasso, quartiere di Como, il 23 novembre 1913. La sua vicenda umana è legata indissolubilmente all’opera da lei fondata: una Casa di accoglienza chiamata “Casa della Giovane” inizialmente aperta per le giovani frontaliere che rientrando dalla vicina Svizzera dopo la giornata di lavoro, erano costrette a trascorrere la notte in condizioni rischiose. Donna energica e di solida fede, Irma Meda è ricordata da quanti la affiancarono nell’accoglienza rivolta a donne in difficoltà che nella sua Casa ritrovavano dignità e speranza. La sua morte improvvisa, avvenuta il 18 novembre 1978 a causa di un incidente, non ha interrotto il flusso di carità che ancora oggi continua attraverso nuovi testimoni nell’opera da lei iniziata nel 1957.

“Mì la porti a cà” è la frase che affiorava immediatamente sulle sue labbra quando incontrava una persona in una condizione di disagio e solitudine».

Testimonianze

«Tra il 1978 e gli anni 80 mi occupavo del sindacato scuola della Cisl e fornivo consulenza ai futuri lavoratori della scuola. Irma Meda pochi mesi prima della morte causata da un incidente, mi chiese per telefono di andare presso la casa per informare le ragazze ospiti in attesa di un incarico circa le possibilità di impiego. Dopo qualche esitazione visitai la comunità, ne apprezzai lo stile e offrii la mia disponibilità. L’improvvisa scomparsa di Irma Meda determinò in me la consapevolezza che non potevo abbandonare l’opera che il Signore mi aveva indicato e che era affidata a quanti le avrebbero assicurato continuità: Anna Cavadini che sostituì Irma nella direzione della Casa, i parroci di Ponte Chiasso, fra i quali don Renzo Beretta martire della Carità, e tante altre volontarie che si dedicarono alla Casa associata fin dall’inizio all’Acisjf (Associazione Cattolica Internazionale a servizio della giovane). Ciò che ha determinato la mia adesione ultratrentennale alla casa della giovane è questa scelta radicalmente cristiana, vissuta e non ostentata, donata alle donne in difficoltà. Il mio impegno è motivato dal pensiero di Irma che, attenta ai segni dei tempi, ha saputo farsi carico dei bisogni diversificati delle persone, grazie al coinvolgimento di tanti volontari ed educatrici che ancora oggi si impegnano considerando la vita, anche fragile, un dono prezioso. La sfida attuale è accogliere, su invito della Caritas Diocesana e dei Servizi Sociali, giovani profughe sole o con figli accompagnandole verso una nuova vita.»

Melina Falsone, presidente della Casa Irma Meda 

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