BRUNO
VOLPI

E LE COMUNITÀ FAMIGLIARI
1937 – 2017

 

Se dividerai il pane con l’affamato, se accoglierai nella tua casa i miseri, allora la tua luce sorgerà come l’aurora.

Is 57, 7-8

 

Bruno Volpi nasce a Mandello Lario (Lc) nel 1937. Insieme alla moglie Enrica Corti, nativa di Lecco, parte nel 1963 per il Rwanda, dove resteranno in missione per ben otto anni. Dal 1978 Bruno ed Enrica, insieme a Massimo e Danila Nicolai e ad una comunità di padri gesuiti, danno vita alla Comunità di Villapizzone a Milano. Una comunità fondata sul vangelo e su una prossimità famigliare come risorsa per una vita sobria, accogliente e solidale.

La vocazione alla famiglia è una vocazione piena, richiede tutto. Bisogna stare lì, starci dentro.

Nel corso della sua vita Bruno vede crescere e diffondersi questa esperienza con la nascita di circa una quarantina di comunità famigliari sparse in tutta Italia, insieme a cooperative di lavoro, gruppi di sostegno e mutuo aiuto. Insieme ad altre realtà costituisce la Fondazione “I Care Ancora”, l’Associazione di Promozione Sociale “Mondo di Comunità e Famiglia”, che tiene in rete queste diverse esperienze. Bruno durante tutta la sua vita si spende generosamente anche condividendo l’esperienza di Villapizzone e partecipando ad incontri, seminari, attività culturali ed ecclesiali. Muore nel 2017.

Abbiamo dovuto imparare a vivere la famigliarità, facendo sentire a tutti – quelli nati nella nostra casa o aggiunti – che questa era la loro casa.


Testimonianze

«Vivere con famiglie solidali in una casa tanto malmessa fuori quanto viva dentro, è per noi gesuiti un grande dono. Rende credibile ciò che diciamo. Chiunque viene, vede che una vita semplice e sensata è possibile anche a Milano. Il Vangelo che si annuncia non è cosa da preti. Lo vivono famiglie normali, anche senza etichetta religiosa e gli stessi preti sembrano persone normali. Il principio del nostro stare insieme non è il dovere di “fare del bene” ma anzitutto il piacere di “stare bene” e si sta bene quando la priorità è data alle relazioni. Chi sta bene è accogliente e così può far stare bene anche altri.»

padre Silvano Fausti, gesuita

«Con Bruno, mio compagno di tutta la vita, abbiamo imparato a fidarci di Dio. Abbiamo capito che da soli non andavamo lontani, ma con Lui ci sentivamo protetti, ci sentivamo come strumento nelle sue mani e nonostante gli errori e le fatiche eravamo sereni e certi che la provvidenza non ci abbandonava mai. Bruno mi ha aiutato a capire il valore della povertà, dei “beati i poveri”. E’ beato chi ha bisogno diceva, bisogno degli altri e di Dio. Riconoscere questa povertà ci ha aiutato a cercare di vivere uno stile di vita che include questi bisogni, perché abbiamo sempre bisogno gli uni degli altri e di Dio per vivere bene. Bruno mi ha sempre aiutato a capire il senso di tutto e non riesco nemmeno a immaginare cosa sarebbe stata la mia vita senza di lui.»

La moglie Enrica

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