ARMANDA
MAINETTI

1963 – 2016

 

Come gioisce lo sposo per la sposa, così per te gioirà il tuo Dio.

Is 62, 5

 

Armanda Mainetti, Nata a Rapallo (Ge) il 4 dicembre 1963, Armanda si trasferisce con la famiglia a Mandello del Lario all’età di diciassette anni. È in questa parrocchia che Armanda coltiva quel seme di vocazione che fin da piccola aveva percepito. Anche la scelta professionale di diventare infermiera è per lei la risposta ad una chiamata: mettersi al servizio di chi soffre, imparando a riconoscere il volto di Gesù nelle persone che assiste.

Affidarmi e fidarmi. Senza avere paura dell’incertezza del domani. Diventare una piccola donna piena d’amore».

Le tante esperienze diocesane (i ritiri, i pellegrinaggi vocazionali, la visita di Giovanni Paolo II a Como nel ‘96) saranno per lei le provvidenziali occasioni per conoscere le Vergini Consacrate e approfondire così la chiamata del Signore. Il cammino di discernimento non sarà facile, anche a causa della malattia diagnosticata nel 2003 e che la porterà ad un inesorabile declino fisico. Il 29 marzo del 2008 riceverà la Consacrazione dal vescovo Coletti. Dopo frequenti ricoveri all’ospedale di Lecco, dove aveva lavorato, Armanda muore il 9 novembre 2016 assistita da chi la amava. Anche nel tempo della più grande sofferenza
Armanda trovava sempre la forza di sorridere.

La vergine consacrata è prima di tutto Sposa di Cristo. Cerco di far crescere il desiderio di Lui con un atteggiamento di ascolto: nel mio quotidiano leggo il Vangelo meditandolo e cerco di tradurlo in preghiera e in azione».


Testimonianze

«Armanda carissima, pensare a te è vedere il tuo viso sorridente, nonostante la malattia che da tanto tempo ti stava lentamente, ma inesorabilmente consumando. Mai un lamento. Da infermiera esperta sapevi eppure hai sempre trovato la forza di lottare. In questa fatica non eri sola. Tua mamma Giuliana, papà Ugo e tua sorella Laura ti sono stati sempre vicini, con amore e dedizione straordinari.
Grazie per la testimonianza di fede che ci hai offerto, sempre attenta a ricordare nella preghiera gli altri, la tua amata Chiesa diocesana, i sacerdoti, l’Azione Cattolica, gli ammalati, i missionari. Quando ancora riuscivi a partecipare ai ritiri mensili dell’Ordo Virginum, più volte ti ho vista pregare e meditare la Via Crucis: che fosse questo il tuo segreto? La preghiera della Consacrazione che tu hai ricevuto il 29 marzo del 2008, recita così: “Sii tu per loro la gioia, l’onore e l’unico volere; sii tu il sollievo nell’afflizione, sii tu il consiglio nell’incertezza; sii tu la difesa nel pericolo, la pazienza nella prova, l’abbondanza nella povertà, il cibo nel digiuno, la medicina nell’infermità. In te, Signore, possiedano tutto, poiché hanno scelto te solo al di sopra di tutto”. Credo che tu abbia vissuto tutto questo, giorno dopo giorno, nel crogiolo della sofferenza. Questo è stato il prezioso servizio che hai reso alla Chiesa, al di là di ogni attività pastorale che ti era divenuta impossibile. Hai perseverato, resistendo nella speranza, con la lampada accesa. Ora l’abbraccio dello Sposo ti stringe, è per te il tempo della comunione piena e della gioia che non avrà più fine.»

Annalisa Gibotti 

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