ADELE 
BONOLIS

1909 – 1980

 

L’amore di Cristo ci spinge.

2 Cor 5,14

Adele Bonolis nasce a Milano nel 1909 in una famiglia di sani principi morali ma non religiosa nonostante la quale riceverà i sacramenti dell’iniziazione e parteciperà in modo deciso alla vita ecclesiale. Nella parrocchia di sant’Ambrogio riceve i sacramenti e prende parte, anche come dirigente e animatrice, alle attività dell’Azione Cattolica. Consegue la licenza commerciale e lavora come impiegata. Fin dagli anni giovanili, mentre è impegnata nella vita di famiglia, nel lavoro e nella parrocchia, coltiva una profondissima vita interiore come dimostrano alcuni suoi scritti. Nel 1932, durante un corso di esercizi per la gioventù femminile di AC, conosce la professoressa Giuseppina Achilli con la quale sempre condividerà la vita spirituale e l’apostolato. Anche con il suo aiuto frequenta le scuole serali e ottiene prima la licenza liceale e poi la laurea in filosofia presso l’Università Cattolica. Parallelamente all’attività di insegnamento della religione – materia scelta a preferenza della filosofia, anche se meno redditizia, ma ritenuta da lei più importante per aiutare i giovani – continuò il suo impegno  nell’ambito dell’Azione Cattolica entrando a far parte del Consiglio Diocesano.

La misericordia deve essere la nostra continua aspirazione, la nostra speranza e solo allora riusciremo ad esserne, sia pur indegni, testimoni

Adele matura un’intuizione e sceglie di donarsi a Dio in forma di consacrazione privata. Da questo momento si dedica ancor più e senza sosta alla causa della dignità delle donne prendendosi cura di ex carcerate, persone in disagio psichico e soprattutto accoglie ex prostitute dopo la chiusura delle case chiuse e le aiuta a ricostruirsi una vita. Tra le diverse opere fondate da Adele Bonolis c’è il COF (Casa di Orientamento femminile) di Montano Lucino. Qui volle essere sepolta dopo la morte avvenuta l’11 agosto 1980. Ancora oggi, continuando il proposito di Adele, questa casa si occupa dell’accoglienza e del reinserimento sociale di donne in difficoltà, straniere o italiane, che hanno subìto violenza o che vivono con gravi disagi sociali e familiari.

Dopo l’Eucarestia il pane quotidiano sono i fratelli, perché i fratelli incorporano il Cristo, quindi diventano il pane quotidiano. Siamo comunione gli uni per gli altri, siamo pane quotidiano gli uni per gli altri.