Beato
GIUSEPPE
AMBROSOLI
MEDICO E MISSIONARIO
1923 – 1987
Gesù Cristo da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.
2Cor 8, 9
Giuseppe Ambrosoli nasce a Ronago (Co) nel 1923. Dalla famiglia riceve un’educazione fatta di tanta fede, attenzione al prossimo e dedizione al lavoro. Fin da giovane coltiva la propria vita spirituale e di carità attraverso l’Azione Cattolica e il gruppo “Il Cenacolo”, fondato dall’assistente don Silvio Riva per quei giovani che desideravano curare maggiormente la propria vita di fede e pregare con una maggiore intensità. È in questo contesto che cresce la vocazione di Giuseppe il quale, come dirà più tardi, già sentiva che Cristo lo invitava a seguirlo. L’occasione propizia sarà la visita di un padre comboniano nella sua parrocchia. La testimonianza del missionario e le foto africane toccarono il cuore del giovane. La scelta era però ancora da maturare e Giuseppe, nonostante gli anni difficili della guerra, riesce a portare avanti gli studi in medicina all’Università di Milano e anzi li prosegue a Londra con una specializzazione in medicina tropicale. Solo dopo, con la laurea e la specializzazione in tasca, bussa alla porta dei missionari comboniani di Rebbio e inizia così il percorso di formazione. A ventotto anni entra in noviziato, emette i voti e nel 1955 è ordinato sacerdote a Milano dal vescovo Montini.
OSignore, se non tieni la tua mano su di me non c’è peccato che io non possa commettere prima di sera. Serve umiltà nel chiedere sempre aiuto per non cadere e non fidarmi mai delle mie sole forze.
L’anno successivo parte finalmente per l’Africa con destinazione Kalongo, un piccolo villaggio nel nord dell’Uganda, dove vi resterà tutta la vita lavorando assiduamente per la costruzione di un ospedale efficiente e moderno. Qui si impegna senza sosta nel lavoro di medico e nell’educazione sanitaria della popolazione locale. Nel 1987, a causa della guerriglia, è costretto dalle autorità a lasciare Kalongo, ma padre Giuseppe prima di andarsene si prodiga senza sosta per evacuare l’ospedale e per spostare la scuola di ostetricia in zone più sicure. È durante questi giorni difficili che, a causa della precaria salute e dei difficili spostamenti, padre Giuseppe giunge alla fine della sua corsa missionaria. Muore a Lira il 27 marzo 1987 chiedendo però di essere sepolto a Kalongo, in mezzo alla gente alla quale aveva donato la vita. Nello stesso luogo, il 20 novembre 2022, l’arcivescovo Luigi Bianco dà lettura alla lettera apostolica di papa Francesco che dichiara beato padre Giuseppe Ambrosoli.
Ho lasciato tutto per seguirti, o Signore. La mia volontà è debole e povera. Tu fortificala perché sia adatta alla propagazione del tuo regno nel mondo.